VILLA NEGRI - CA' DELL'ORA
Località Perarolo
Nelle mappe dell'800
la zona in cui è ubicata questa villa è indicata
come proprietà dei Negri, una famiglia della nobiltà
vicentina, che aveva grandi possedimenti in questa parte di San
Bonifacio. E' del resto evidente come la proprietà terriera
collegata all'altra villa Negri di Perarolo (vedi n° 3/2008 di
San Bonifacio Notizie), si estenda oltre la strada statale, fino al
torrente Chiampo in un'area contigua a quella di Cà
dell'Ora. Il toponimo Cà dell'Ora si presta a alcune
interpretazioni: secondo il Benetti (ALDO BENETTI, Locara tra
due province e tre comuni, Verona 1977, pag. 30) il nome
deriverebbe dall'esistenza di una meridiana su di un muro della
costruzione; invece per l'Olivieri (DANTE OLIVIERI,
Toponomastica Veneta, Venezia - Roma 1961, pag, 92) il
termine "ora" starebbe per "aura" cioè soffio di vento,
brezza.
Comunque sia il significato del toponimo, questa villa fu fatta
erigere dalla famiglia Negri. La si può ammirare dalla
strada Statale (venendo da Vicenza a destra) un po' all'interno,
circondata da un'estesa campagna. Fu probabilmente la residenza di
quell'Eleonoro Negri, eroe del risorgimento, di cui fu trattato il
profilo tra i "Sambonifacesi Illustri" . Le forme sono quelle del
Neopalladianesimo della fine '700, primi '800, un po' rigide e
senza invenzioni.
Villa "Cà dellOra" veduta d'insieme.
La casa, un volume compatto e pulito, risulta un
po' isolata in uno spazio vuoto che neanche il bel giardino riesce
a colmare e gli annessi rustici, piuttosto consistenti ma semplici,
sono ad una distanza tale da non poter interferire.
La casa è stata restaurata qualche decennio fa ed è
stato aggiunto un consistente corpo di fabbrica a nord, che
risulta invisibile almeno dalla vista frontale. Inoltre la scelta
dei coppi scuri, ha aumentato il senso di alterigia che già
di per sé l'edificio promana.
Tra le ville venete sambonifacesi, questa è senz'altro
quella in cui la rappresentatività è messa al primo
posto, arrivando alla soluzione della casa tempio. Questo genere
inventato dal Palladio, nelle mani del grande architetto, ha
prodotto dei veri capolavori di armonia di tutto l'insieme. Le
opere del '700 - '800 che hanno ripreso i modelli Palladiani, solo
raramente sono riusciti a ricrearne la suggestione.
La facciata a sud è la parte più significativa della
villa: l'impostazione è classica, con l'elemento centrale a
pronao, che emerge leggermente dal volume compatto dell'edificio e
crea, al piano nobile il forte chiaroscuro della loggia con le
quattro colonne ioniche sorreggenti il timpano. Nella trabeazione
si legge la scritta: "LAN IX DE LEMPIRE DE NAPOLEON LE GRAND",
quindi 1813. Non è certo che questa sia l'effettiva data di
costruzione della villa, o solo un motto celebrativo. La datazione
rimane un'incognita.
Tutto il piano terra è rivestito in marmo (anche
originariamente?), creando forse volutamente, un netto stacco col
piano superiore invece molto ricco di elementi decorativi. Nel
complesso le proporzioni della facciata risultano ben equilibrate.
Gli annessi costituiscono un lungo edificio allineato alla casa
padronale. Comprendono una barchessa e le case dei
"laorenti".
L'insieme non presenta particolari significativi: la povertà
delle finiture contrasta nettamente con la solennità
dell'edificio padronale, ma questa distinzione è sicuramente
voluta. Nell'evoluzione della villa veneta dai primi esempi del
'400 fino alla fine del '700, si assiste al progressivo
allontanamento degli annessi rustici dalla casa del padrone, questo
anche per dimostrare simbolicamente il distacco, richiesto alla
nobiltà dal lavoro. L'uso della villa diventa quindi sempre
più per svago e rappresentatività che per un
effettivo controllo, com'era in origine, dello svolgimento delle
attività agricole. (G.C.)
Facciata di Villa Negri - Cà dell'Ora, posta a sud.
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