VILLA SCUDELLARI
La villa è situata in località Motta, sulle pendici di un piccolo colle di origine vulcanica (si tratta di una lingua di rocce magmatiche effusive di natura basaltica, un rilievo isolato nella pianura, ma di eguale derivazione di quelli della fascia collinare lessinea).
In questo luogo, il cui toponimo ?Motta? indica appunto un rialzo del terreno, era situato il castello di San Bonifacio della omonima famiglia, possente maniero sito in posizione rilevata e protetto dal fiume e dalle estese aree paludose circostanti, ciononostante preso nel 1243 da Ezzelino da Romano e successivamente (dopo il 1276) demolito dagli scaligeri in ottemperanza alle disposizioni di pace sottoscritte con i Padovani che prevedevano la demolizione di tutte le fortificazioni ad oriente della val d'Alpone verso Vicenza e Padova. Attorno al castello era sorto il primo nucleo abitato di San Bonifacio e ancor oggi l'impianto urbanistico di questa zona è assai interessante perché ricalca chiaramente quella antica disposizione.
L'attuale aspetto della villa ci suggerisce di datarla verso la fine del 1700 - inizi 1800, anche se molto probabilmente il suo impianto è molto più antico. Sarà utile sottolineare come oggi essa si trovi su un piano assai più rialzato rispetto alla chiesa di Sant'Abbondio, quando invece in immagini d'epoca (una antica cartolina) essa appariva sullo stesso livello della chiesa. La stranezza deriva dal fatto che durante dei lavori di restauro della antica pieve di Sant'Abbondio effettuati nel 1900, ci si accorse che il livello del pavimento originario della chiesa si trovava almeno un metro e mezzo più in basso. Si provvide perciò a operare uno scavo che riportasse l'altezza della costruzione ai valori primitivi, cosicché la villa adiacente risultò sopraelevata nei riguardi della chiesa. Probabilmente il rialzo fu dovuto alla distesa di rovine del castello demolito per ordine di Alberto Della Scala, macerie che avevano riempito l'antico vallo situato attorno ad una delle tre cinte di mura del Castello, ove oggi passa la strada, seppellendo parzialmente anche la chiesa che comunque, anche se in certa misura invasa dalle rovine, continuò a essere utilizzata dal momento che subì altri interventi come dimostrano gli affreschi della zona absidale (bella annunciazione della fine del 1300) e i numerosi ex-voto successivi ad un ripristino strutturale avvenuto nel 1491.
Attualmente il palazzo è di proprietà della famiglia Burato che la acquisì dal amministrazione comunale di S. Bonifacio. Questa ne era venuta in possesso a seguito di una permuta con la Parrocchia di Sant'Abbondio, la quale a sua volta l'aveva ricevuta dal Seminario di Vicenza beneficiario del lascito nel 1952 di Maria Annunciata Scudellari.
La Scudellari era l'ultima discendente di una famiglia che aveva detenuto la villa da lungo tempo assieme ad una ampia dotazione di campi e di caseggiati. Secondo alcune notizie sembra che nel XVI secolo la chiesa e l'annessa casa siano state date in gestione ai Morando, nobile famiglia veronese, che a San Bonifacio possedeva ampie proprietà e almeno un'altra villa, in località Fossabassa. Tuttavia lo stemma riportato sopra il portale d'ingresso del palazzo della Motta, non corrisponde a questa famiglia e nemmeno a quello di nessuna altra tra le casate nobili veronesi, aprendo così una interessante questione circa la vera attribuzione della proprietà di questo stabile.
La facciata principale della villa è orientata ad ovest, essa si sviluppa su due piani più il granaio e presenta solamente quattro finestre per piano, a differenza della facciata ad est (più antica nei caratteri) che ne presenta sei. Il prospetto ad ovest è databile, come già ricordato, tra la fine del 1700 e l'inizio del 1800, ciò si evince dagli elementi architettonici visibili al primo piano, mentre il portale d'ingresso ad arco, di pregevole fattura, con il famoso fregio, sembra presentare forme del '6-700. La struttura dell'edificio ha la tipica disposizione della casa veneta con salone centrale, stanze e scale che si aprono sui lati di questo. Sul lato orientale si apre la corte che si trova su una sorta di terrazza che domina e che sporge sul piano di campagna sottostante raggiungibile per mezzo di una scala. Delle semplici barchesse cingono i lati del cortile. Di qualche interesse architettonico è un piccolo deposito con due aperture ad arco ribassato costruito alle spalle della chiesa che ne ingloba l'abside. In una mappa del 1614 è già visibile il complesso della villa che presenta una colombara, ora non più esistente, posto in corrispondenza all'attuale accesso carraio alla corte. (G.C.)
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